
Un nuovo studio apparso sulla rivista PLOS ONE ha fatto luce su una scoperta straordinaria: la prima grande fabbrica di tintura viola dell’antichità. Questa rivelazione, avvenuta nel 2025, ha svelato un aspetto inaspettato della produzione di un colore che ha rappresentato simbolicamente il potere e la ricchezza nel mondo antico, evidenziando il ruolo cruciale delle lumache in questo processo.
Il contesto storico della tintura viola
Durante l’età del Ferro, i nobili e i sovrani dell’area mediterranea sfoggiavano abiti di un intenso colore viola, simbolo di status e prestigio. L’ottenimento di questa tintura era un’arte riservata a pochi, poiché il procedimento richiedeva l’uso di un mollusco marino noto come Hexaplex trunculus. La scoperta avvenuta nei pressi di Haifa, in Israele, ha portato alla luce il metodo attraverso il quale le antiche civiltà riuscivano a produrre questa preziosa colorazione.
Golan Shalvi, l’autore dello studio, ha spiegato che la tintura veniva estratta da una ghiandola presente all’interno del mollusco. Questo fluido, inizialmente di colore verde, cambiava tonalità all’esposizione all’aria, rendendo il processo di produzione ancora più affascinante. La difficoltà nell’estrazione delle ghiandole e nella preparazione della tintura richiedeva abilità e conoscenze chimiche avanzate, il che spiega perché solo le classi più elevate potessero permettersi di indossare abiti di questo colore.
La scoperta della fabbrica di Tel Shiqmona
La vera novità emersa dallo studio è la scoperta di una fabbrica di tintura a Tel Shiqmona, un sito archeologico che ha rivelato resti di vasche colorate, ognuna capace di contenere fino a 350 litri di fluido viola. I ricercatori hanno condotto analisi approfondite sui sedimenti colorati e stimano che l’impianto fosse attivo tra il 1100 e il 600 a.C. circa. Questa produzione si fermò in seguito alla distruzione della regione da parte dell’esercito babilonese.
La tintura, conosciuta come porpora di Tiro, veniva applicata su tessuti di wool, e la scoperta di Tel Shiqmona rappresenta un passo fondamentale nella comprensione della storia della produzione di coloranti nel mediterraneo. Shalvi ha sottolineato che il sito contiene un numero di reperti antichi colorati con tinture viola superiore a tutti gli altri luoghi conosciuti della regione, evidenziando l’importanza storica di questo impianto.
Il processo di produzione e le sue curiosità
Un aspetto curioso emerso dalla ricerca riguarda il processo di produzione della tintura, che avveniva esclusivamente all’interno degli edifici, piuttosto che all’aperto. Questo metodo era probabilmente adottato per contenere l’odore forte della bava del mollusco, rendendo l’ambiente di lavoro più tollerabile. La scelta di un’area chiusa, quindi, si rivelava strategica per garantire un’adeguata lavorazione del materiale.
La scoperta della fabbrica di Tel Shiqmona non solo arricchisce la nostra comprensione delle tecniche di tintura antiche, ma offre anche un affascinante sguardo sulle dinamiche sociali ed economiche di un’epoca in cui il colore viola era sinonimo di potere e prestigio. La produzione di questa tintura, riservata a pochi privilegiati, continua a raccontare storie di ricchezza e cultura che risalgono a millenni fa.