
Nel cuore dell’Antartide si trova una meraviglia naturale: il Don Juan Pond. Questo stagno ipersalino, lungo circa 300 metri, è situato nella remota Wright Valley, incastonato tra le catene montuose Asgard e Dais. La sua straordinaria salinità, che raggiunge il 45,8%, lo rende uno dei luoghi più unici al mondo, ben 1,3 volte più salato del Mar Morto.
Composizione chimica e condizioni estreme
La composizione chimica del Don Juan Pond, ricca di cloruro di calcio, gli consente di mantenere uno stato liquido anche a temperature estreme, fino a -50 °C. Questo lago, il più salato dell’intero continente antartico, rappresenta un ecosistema unico e tra i più estremi del pianeta.
Scoperta e ricerca scientifica
Scoperto nel 1961 e dedicato ai piloti di elicottero Don Roe e John Hickey, il Don Juan Pond è diventato un laboratorio naturale per gli scienziati. Questi lo studiano come un modello per comprendere la possibilità di forme di vita su Marte, poiché le sue condizioni estreme potrebbero riflettere ambienti simili su altri pianeti. Le ricerche suggeriscono che la vita nel Sistema Solare potrebbe essere emersa in contesti analoghi.
Microflora e condizioni ambientali
Nonostante l’apparenza inospitale, i ricercatori hanno identificato una microflora composta da batteri eterotrofi e lieviti, che riescono a sopravvivere in questa salina glaciale. La variabilità del volume e della profondità del lago è notevole, con l’acqua che talvolta rimane confinata in depressioni rocciose. Attorno al lago, il suolo è disseminato di cristalli di sale, un ulteriore segno delle condizioni estreme che caratterizzano l’area.
Implicazioni per l’astrobiologia
La scoperta di queste forme di vita e l’analisi delle loro interazioni con l’ambiente circostante offrono spunti interessanti per la ricerca astrobiologica. La comprensione di come organismi così resilienti possano prosperare in condizioni avverse è fondamentale per esplorare la possibilità di vita su altri pianeti, rendendo il Don Juan Pond un punto di riferimento nella scienza contemporanea.