Uno dei problemi più gravi che affliggono gli oceani a livello globale è rappresentato dall’eccessiva presenza di microplastiche. Questi piccoli frammenti non solo costituiscono una minaccia per la salute degli ecosistemi marini, ma possono anche entrare nella catena alimentare umana attraverso il consumo di pesce contaminato. La questione ha attirato l’attenzione di molti ricercatori in tutto il mondo, impegnati da anni nella ricerca di soluzioni per affrontare questa emergenza ambientale.
Un gruppo di scienziati dell’Università di Tokyo, in collaborazione con l’azienda giapponese Riken, sta sviluppando un materiale innovativo che potrebbe contribuire a ridurre la quantità di plastica presente negli oceani. Questo nuovo materiale è progettato per essere resistente e leggero, simile alla plastica convenzionale, ma con la caratteristica distintiva di essere degradabile in acqua. Grazie alle sue proprietà fisiche, come la resistenza al calore e alla trazione, potrebbe trovare applicazione in vari settori industriali.
Il materiale in questione si distingue per la sua capacità di degradarsi completamente quando viene immerso in acqua salata, mentre si disgrega in circa 10 giorni se lasciato nel suolo. Questa caratteristica lo rende particolarmente interessante in un contesto in cui la plastica tradizionale rappresenta un grave problema ambientale, come dimostrano le enormi isole di plastica presenti negli oceani, come quelle nel Pacifico e nel Mediterraneo.
La potenziale introduzione di questo materiale sul mercato potrebbe avere un impatto significativo sulle pratiche aziendali, aiutando le aziende a ridurre l’impatto ecologico dei loro prodotti. L’interesse suscitato da questa invenzione ha portato gli editori della rivista Science a decidere di pubblicare, nel mese di novembre 2024, un articolo scientifico che illustra le caratteristiche e le potenzialità di questo innovativo materiale.
Tuttavia, nonostante le sue qualità rivoluzionarie, il nuovo materiale presenta delle limitazioni. La sua capacità di dissolversi in acqua lo rende inadeguato per alcune applicazioni, come ad esempio le bottiglie. Pertanto, le aziende dovranno continuare a cercare altre soluzioni per ridurre significativamente l’impatto ambientale della plastica tradizionale, affrontando così una sfida complessa e urgente per il futuro del nostro pianeta.