
Le planarie sono organismi appartenenti al gruppo dei platelminti, simili a vermi, che abitano i fondali sabbiosi e limacciosi degli stagni. Questi animali hanno catturato l’attenzione della comunità scientifica a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, quando è emerso il loro straordinario potere di rimarginare ferite di qualsiasi tipo.
Ricerca sulle planarie
Nel 2025, i ricercatori continuano a studiare le planarie per comprendere i loro segreti, tra cui la capacità di contrastare l’invecchiamento cellulare e la diffusione delle cellule cancerose. Un importante contributo a queste ricerche proviene da Longhua Guo, professore associato di Fisiologia molecolare e integrativa presso la Facoltà di Medicina dell’Università del Michigan. Guo ha una visione differente rispetto ad alcuni suoi colleghi: sostiene che le planarie possano invecchiare, ma solo in un determinato periodo della loro vita, durante il quale raggiungono il pieno sviluppo sessuale. Questo periodo dura circa 18 mesi e si manifesta attraverso segni di declino, come la perdita di neuroni e una diminuzione della tonicità muscolare.
Capacità rigenerative delle planarie
Superato questo stadio, le cellule staminali presenti nel corpo delle planarie iniziano a riparare i danni accumulati, accelerando il processo di ringiovanimento, soprattutto in seguito a ferite. Infatti, per questi organismi, ferirsi è quasi vantaggioso, poiché favorisce un recupero più rapido. Le planarie hanno la straordinaria capacità di rigenerare qualsiasi ferita, arrivando persino a perdere la testa senza rischiare la vita.
Studi sulla resilienza delle planarie
Il segreto della loro incredibile resilienza risiede nella capacità di mantenere attive le proprie cellule staminali anche dopo aver raggiunto l’età adulta. Guo ha approfondito questo aspetto attraverso uno studio specifico, pubblicato sulla rivista Nature Aging. Questo lavoro ha rivelato che i segni di invecchiamento nelle planarie sono sorprendentemente simili a quelli riscontrati in altri animali. Il prossimo obiettivo di Guo è identificare i geni che consentono a questi organismi di rigenerarsi, invertendo il processo di invecchiamento.
Messaggi e adattamenti delle planarie
Guo ha comunicato alla stampa che il messaggio principale del suo studio è che il declino legato all’età può essere reversibile a livello dell’intero organismo, non solo per le planarie ma anche per altri esseri viventi. Un aspetto sorprendente di questi platelminti è la loro capacità di svolgere attività anche in condizioni di grave menomazione. Un altro studio condotto negli anni precedenti ha dimostrato che le planarie riescono a vedere anche dopo aver perso gli occhi o la testa, evidenziando un adattamento unico nel regno animale.