
Recentemente, la dottoressa Leah Veronese dell’Università di Oxford ha fatto un’importante scoperta: una nuova copia di un antico sonetto di Shakespeare, rinvenuta all’interno di una raccolta di poesie appartenente a Elias Ashmole, noto fondatore dell’Ashmole Museum e fornitore d’armi della corona durante la Guerra civile inglese. Questo ritrovamento, avvenuto nel 2025, sta suscitando grande interesse tra storici e critici letterari, poiché si tratta della seconda copia manoscritta originale del celebre sonetto 116, uno dei più noti dell’autore inglese, che inizia con le parole “Non lasciatemi parlare del matrimonio delle menti vere“.
Ipotesi sulla scoperta
La dottoressa Veronese ha ipotizzato che Ashmole possa aver nascosto il sonetto senza volerlo, mentre lavorava alla creazione di una miscellanea, una raccolta di poesie e sonetti di vari autori affini per stile e periodo. Oltre al sonetto di Shakespeare, la raccolta include anche poesie di Ashmole stesso, il quale nutriva una grande ammirazione per il drammaturgo, essendo entrambi sostenitori della corte reale, con Shakespeare che serviva sotto Elisabetta I.
Dettagli sull’intervista
Durante un’intervista, Veronese ha spiegato: “Sfogliando il manoscritto di Ashmole per il mio dottorato, ho notato una versione insolita del Sonetto 116. Approfondendo il catalogo, ho scoperto che, sebbene fosse descritto come ‘sulla costanza in amore’, non veniva attribuito a Shakespeare”. Ha aggiunto che la presenza di un verso aggiuntivo, ‘L’errore auto-accecante sequestri quelle menti’, e l’assenza dell’attribuzione a Shakespeare potrebbero aver contribuito al fatto che questo sonetto sia rimasto in ombra per così tanto tempo.
Analisi della miscellanea
Analizzando la miscellanea, Veronese ha anche notato che il sonetto era stato in parte adattato per somigliare a una canzone composta da Henry Lawes, di cui esiste uno spartito conservato presso la New York Public Library. Inoltre, il sonetto è stato collocato in un capitolo dedicato a “opere proibite”, che comprendeva anche sonetti satirici e opere critiche nei confronti della rivoluzione inglese guidata da Oliver Cromwell, la cui fine è stata piuttosto peculiare.
Commento della professoressa Smith
La professoressa Emma Smith, esperta di studi shakespeariani e collaboratrice di Veronese nello studio del carteggio di Ashmole, ha commentato: “Questa scoperta entusiasmante dimostra che secoli di ricerche su Shakespeare e la sua prima ricezione non hanno esaurito gli archivi. ‘Non lasciatemi parlare del matrimonio delle menti vere’ è oggi uno dei sonetti più noti di Shakespeare, ma non sembrava godere di grande popolarità ai suoi tempi”.
Pubblicazione della scoperta
La scoperta è stata pubblicata nella prestigiosa rivista Review of English Studies, che è tra le più rilevanti nel campo degli studi umanistici e letterari.