
Una scoperta innovativa potrebbe rivoluzionare il mondo della gastronomia per coloro che soffrono di allergie al pesce. I ricercatori della James Cook University, sotto la direzione del professor Andreas L. Lopata, hanno presentato al World Allergy Congress un’indagine sulla sicurezza allergenica del pesce coltivato in laboratorio. Questo studio, che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica, si concentra in particolare sull’anguilla giapponese, un ingrediente molto apprezzato nella cucina asiatica.
I risultati della ricerca
I risultati di questa ricerca hanno sorpreso gli esperti, rivelando livelli di allergeni notevolmente inferiori rispetto a quelli del pesce tradizionale. In particolare, la quantità di parvalbumina, il principale allergene associato alle reazioni avverse al pesce, è risultata fino a mille volte inferiore rispetto al pesce convenzionale. Questa riduzione è stata ottenuta senza alcuna manipolazione genetica, poiché le cellule sono state coltivate utilizzando cellule staminali del pesce stesso.
Test di tollerabilità
Per valutare la tollerabilità del prodotto, il team di ricerca ha condotto test su bambini con allergia al pesce, riscontrando reazioni minime o assenti. Dato che le allergie ai frutti di mare interessano circa l’1% della popolazione globale, i risultati di questo studio offrono nuove speranze a chi ha dovuto rinunciare al gusto del mare.
Le sfide della commercializzazione
Tuttavia, la commercializzazione di questo innovativo prodotto presenta diverse sfide. Mentre paesi come Singapore e Stati Uniti hanno già autorizzato la vendita di pesce coltivato in laboratorio, altre nazioni, tra cui Italia, Florida e Alabama, hanno imposto divieti. La situazione attuale solleva interrogativi sulla regolamentazione della carne coltivata in laboratorio e sulle difficoltà che le aziende devono affrontare per entrare nel mercato. La questione della vendita di questi prodotti rimane complessa e richiede ulteriori approfondimenti e studi.