
Dodici milioni di anni fa, il Midwest americano si presentava come un vasto prato verde, abitato da enormi creature come i Teleoceras major, antichi rinoceronti caratterizzati da corpi massicci e zampe robuste, simili a piccoli carri armati con un corno. Recenti ricerche condotte dall’Università di Cincinnati hanno rivelato un aspetto sorprendente di questi animali: non vivevano in isolamento, ma si radunavano in vere e proprie super-mandrie, analoghe a quelle degli ippopotami attuali.
Scoperta del sito fossile di Ashfall
Il fulcro di questa scoperta è il sito fossile di Ashfall, situato in Nebraska, uno dei più straordinari del Nord America. Qui, oltre 100 rinoceronti sono stati rinvenuti fossilizzati insieme a cavalli, cammelli e altre specie, tutti vittime di un’eruzione del supervulcano di Yellowstone. Per anni, gli scienziati si sono interrogati se questi animali fossero fuggiti verso il sito per sfuggire alle ceneri vulcaniche o se fossero già residenti. La risposta è stata fornita da un’analisi isotopica dei denti fossili, che ha dimostrato che i rinoceronti non migravano e non fuggivano, ma vivevano e morivano in quel luogo.
Impatto delle ceneri vulcaniche
Le ceneri vulcaniche contaminarono le risorse idriche e i pascoli, causando una lenta morte per gli animali, che soffocarono e morirono di fame. Successivamente, i predatori, tra cui cani preistorici dotati di mascelle capaci di spezzare le ossa, giunsero sul luogo per approfittare della situazione.
Vita sociale dei rinoceronti
I reperti rinvenuti, comprendenti sia esemplari adulti che cuccioli, suggeriscono una vita sociale ben organizzata e solidale all’interno del branco. Il paleontologo Clark Ward, che ha guidato lo studio e nutre un profondo interesse per il sito sin dalla sua infanzia, ha espresso il suo entusiasmo per la scoperta: “È un onore aver lasciato il mio nome in quel luogo che ha acceso la mia curiosità”. Inoltre, un aspetto interessante legato ai rinoceronti è stato recentemente esplorato, contribuendo a sfatare il mito sui loro corni.