Storica sentenza negli Stati Uniti: Google riconosciuto monopolista nella pubblicità online

Un importante giudice federale degli Stati Uniti ha emesso una sentenza che potrebbe segnare un cambiamento significativo nel panorama della pubblicità online. Il 15 gennaio 2025, la giudice distrettuale Leonie Brinkema, operante ad Alexandria, in Virginia, ha stabilito che Google detiene un monopolio illegale nella pubblicità online, avvalendosi di pratiche anticoncorrenziali per mantenere la sua posizione di predominanza nel settore.

Dettagli della sentenza

La sentenza ha riconosciuto che Google ha “volontariamente acquisito e mantenuto un potere monopolistico” nei mercati dei server pubblicitari per inserzionisti e degli scambi pubblicitari, che fungono da intermediari tra chi acquista e chi vende spazi pubblicitari. Questa decisione rappresenta un duro colpo per il gigante tecnologico, aprendo la via a potenziali misure correttive, tra cui una possibile cessione forzata di asset pubblicitari, se i procuratori antitrust statunitensi decidessero di intraprendere tale azione.

Contesto e precedenti

La sentenza di gennaio 2025 non è un precedente isolato; si tratta della seconda volta che viene riconosciuto un monopolio illegale da parte di Google, dopo una sentenza riguardante il settore della ricerca online. Ora, si prevede una nuova udienza che dovrà determinare quali misure correttive Google dovrà implementare per ripristinare la concorrenza. Sebbene non si possa escludere la vendita di alcune delle sue attività, Google ha già annunciato l’intenzione di impugnare qualsiasi decisione in tal senso.

Impatto sulle pratiche di mercato

Nella sentenza, si evidenzia come le pratiche di Google abbiano escluso i rivali dalla possibilità di competere, danneggiando in modo significativo i publisher, il processo concorrenziale e, infine, i consumatori di informazioni su Internet. Il documento sottolinea che Google ha consolidato il suo controllo su questi mercati attraverso l’integrazione dei tool DoubleClick for Publishers e AdX all’interno di Google Ad Manager.

Reazioni e sviluppi futuri

Tuttavia, la giudice Brinkema ha respinto una delle accuse, stabilendo che l’antitrust non ha fornito prove sufficienti per dimostrare che Google detenga un monopolio anche nei network pubblicitari rivolti agli inserzionisti.

In risposta alla sentenza, Google ha annunciato il ricorso. La vicepresidente per gli affari regolatori, Lee-Anne Mulholland, ha dichiarato: “Abbiamo vinto metà del caso e impugneremo l’altra metà. Gli editori hanno molte alternative e scelgono Google perché i nostri strumenti pubblicitari sono semplici, accessibili ed efficaci.” La vicenda continua a svilupparsi, con l’attenzione rivolta agli sviluppi futuri e alle possibili conseguenze per il colosso di Mountain View.

Published by
Lorenzo Lorenzotti