
Nel rapporto annuale intitolato Loud & Clear, pubblicato nel marzo 2025, Spotify ha fornito dettagli significativi riguardo alle royalties versate ai titolari di diritti musicali. Questo arriva a pochi mesi dall’annuncio di inizio anno, quando la piattaforma di streaming ha rivelato di aver corrisposto 10 miliardi di dollari ai musicisti nel 2024.
Dettagli sulle royalties e il modello di pagamento
Il report ha come obiettivo principale quello di rispondere alle critiche sollevate dagli artisti, che chiedono compensi più equi da parte della società nordeuropea. Spotify ha descritto in modo approfondito il proprio modello di pagamento, chiarendo come gli artisti e gli editori guadagnano dai flussi di streaming. Una novità significativa è che, per la prima volta, un artista che ha ricevuto uno streaming ogni milione su Spotify ha generato in media oltre 10.000 dollari nel 2024. Questo valore è dieci volte superiore rispetto a quanto avveniva dieci anni fa, come riportato nel documento.
Spotify ha chiarito che “tutti i principali servizi di streaming calcolano i pagamenti allo stesso modo: in base allo streamshare“. Ciò significa che se il catalogo di un artista rappresenta l’1% degli stream totali, guadagna l’1% delle royalties totali. Nonostante ciò, persistono malintesi riguardo alle “tariffe per stream“. La piattaforma ha evidenziato che i servizi di streaming non operano con una tariffa fissa per ogni streaming, proprio come gli ascoltatori non pagano per ogni singola canzone ascoltata.
Critiche e confronti con altri servizi di streaming
Un aspetto controverso del report riguarda le affermazioni di un recente rapporto di Duetti, secondo il quale Apple Music garantirebbe agli artisti compensi doppi rispetto a Spotify. Nel documento si afferma che Spotify avrebbe riconosciuto royalties pari a 3 dollari ogni 1.000 stream, mentre altre piattaforme come Amazon Music, Apple Music e YouTube avrebbero pagato rispettivamente 8,8, 6,2 e 4,8 dollari ogni 1.000 stream nel 2024.
In risposta a tali affermazioni, Spotify ha rilasciato una dichiarazione a TechCrunch, definendo le critiche “ridicole e infondate”. La società ha sottolineato che “nessun servizio di streaming paga per ogni streaming“, cercando di chiarire ulteriormente il proprio approccio al pagamento delle royalties e di dissipare le incomprensioni che circondano il tema.
La questione delle royalties continua a essere un argomento di discussione acceso tra artisti e piattaforme di streaming, con Spotify che cerca di giustificare il proprio modello di business in un mercato sempre più competitivo.