Scoperta in Spagna: il mistero dei teschi ‘inchiodati’ trova spiegazione

In un’indagine condotta da Rubén de la Fuente-Seoane, archeologo dell’Università Autonoma di Barcellona, un team di ricercatori ha cercato di chiarire una pratica singolare degli antichi abitanti della penisola iberica, risalente all’età del Ferro. Questi popoli, nel corso della loro esistenza, sembravano avere l’abitudine di decapitare i propri morti e i nemici, inchiodando i crani con lunghi chiodi di ferro, per motivi che fino ad ora erano rimasti enigmatici. Per affrontare questo mistero, il gruppo ha esaminato sette teschi databili tra 3.000 e 2.700 anni fa, un periodo che precede l’integrazione della penisola iberica nell’impero romano, avvenuta durante le guerre puniche.

Analisi dei teschi e metodologia

I risultati dell’indagine sono stati pubblicati nel Journal of Archaeological Science: Reports. Attraverso un metodo noto come analisi isotopica dello stronzio, i ricercatori hanno scoperto che non tutti i teschi analizzati provenivano dalle aree circostanti i luoghi di ritrovamento. Per esempio, nel sito di Puig Castellar, tre su quattro teschi erano di origine lontana, mentre nel sito di Ullastret solo uno dei tre teschi era riconducibile a una persona nata in un’altra località. Questo dato suggerisce che la pratica della decapitazione non fosse uniforme e che le modalità di selezione degli individui per questo rituale fossero più articolate di quanto si fosse precedentemente ipotizzato.

Interpretazioni storiche e teorie

Un possibile indizio riguardo al motivo per cui gli antichi popoli iberici praticassero l’inchiodamento dei crani proviene dalle fonti romane. Gli autori di quel periodo riportavano che le teste dei defunti venivano tagliate e conservate in scatole, presumibilmente per mantenere vivo il ricordo delle persone anche dopo la loro morte. Questa tradizione potrebbe aver avuto un significato rituale o commemorativo, ma le evidenze rimangono limitate.

Un’altra teoria suggerisce che la decapitazione fosse riservata a individui considerati nemici o ostili durante cerimonie religiose, ma anche in questo caso mancano prove definitive che possano confermare questa interpretazione. La ricerca continua a mettere in luce gli aspetti complessi delle pratiche funerarie degli antichi iberici, rivelando un panorama culturale ricco e variegato, che merita ulteriori approfondimenti per essere compreso appieno.

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Lorenzo Lorenzotti