Le informazioni sui dinosauri, spesso ritenute frutto esclusivo dei reperti fossili, si rivelano in gran parte derivate dalle impronte lasciate da questi enormi animali sulle rive di laghi e fiumi. Queste tracce preziose forniscono dettagli sul loro comportamento, sulle modalità di movimento, sugli stili di caccia e sulle migrazioni annuali delle diverse specie.
Recentemente, un team di paleontologi dell’Università di Edimburgo ha effettuato una scoperta significativa sull’isola di Skye, situata al largo della costa scozzese. Gli studiosi hanno rinvenuto un totale di 131 impronte di dinosauro risalenti a circa 167 milioni di anni fa, rivelando un aspetto affascinante della loro vita.
Queste impronte appartengono a due gruppi distintivi di dinosauri: i sauropodi, noti per il loro lungo collo, e i megalosauri, considerati tra i primi dinosauri identificati. Il lavoro pionieristico del paleontologo William Buckland nel 1824 sul primo megalosauro conosciuto ha gettato le basi per la paleontologia moderna, in un’epoca in cui il termine “dinosauro” non era ancora stato coniato e le prime ricostruzioni di questi animali apparivano piuttosto bizzarre.
Secondo il resoconto pubblicato dai ricercatori edimburghesi sulla rivista Plos One, le impronte sono state rinvenute nei pressi di una pozza d’acqua poco profonda, un luogo frequentato da prede e predatori in cerca di acqua. Questa scoperta è cruciale poiché suggerisce che i due gruppi di dinosauri condividevano lo stesso habitat, suggerendo anche relazioni ecologiche significative tra di loro.
Sebbene i megalosauri non fossero tra i più grandi teropodi, rappresentavano comunque una minaccia per erbivori di dimensioni medie e per i cuccioli delle specie più grandi. Per identificare gli autori delle impronte, i ricercatori hanno creato una modellazione 3D del sito, conosciuto come Prince Charles’s Point, utilizzando migliaia di fotografie scattate direttamente sul campo.