Un’importante scoperta nel campo dell’astronomia è stata realizzata da due distinti gruppi di scienziati, i quali hanno rilevato che Urano, uno dei pianeti più imponenti del sistema solare, presenta temperature significativamente più elevate rispetto a quanto precedentemente misurato. Questa nuova informazione contrasta con le osservazioni effettuate nel 1977 dalla storica missione Voyager 2, che aveva registrato una temperatura media di -200 °C per il pianeta.
I due team di ricercatori hanno pubblicato i loro risultati sulla piattaforma di pre-print arXiv, evidenziando come Urano continui a generare calore internamente, il quale si somma al calore ricevuto dal Sole. Questo fenomeno porta a una temperatura complessiva del pianeta gassoso che risulta essere leggermente più alta rispetto a quella documentata dalla sonda Voyager.
Per arrivare a queste conclusioni, i gruppi di scienziati hanno utilizzato dati raccolti in periodi diversi. Il primo team, composto da ricercatori dell’Università di Oxford e guidato dal professor Patrick Irwin, ha fatto affidamento su osservazioni effettuate tra il 2000 e il 2009. Queste misurazioni sono state condotte grazie all’impiego del telescopio spaziale Hubble, del telescopio Gemini North delle Hawaii e del NASA Infrared Telescope Facility.
Dall’altra parte, il team diretto da Xinyue Wang dell’Università di Houston ha utilizzato dati raccolti a partire dalla seconda metà del XX secolo, includendo informazioni provenienti da diverse generazioni di telescopi. Entrambi i gruppi hanno concordato sull’idea che le misurazioni effettuate dalla Voyager 2, che all’epoca era considerata la sonda più avanzata mai costruita, non fossero accurate. Questo errore è stato attribuito al fatto che Urano si trovava in un momento particolare della sua orbita, il che ha portato a conclusioni errate da parte degli astronomi della NASA.
I ricercatori hanno affermato che Urano emette più calore nello spazio di quanto registrato dalla Voyager 2. Questo suggerisce che una parte del calore del pianeta è generato internamente, piuttosto che provenire esclusivamente dall’energia solare. La scoperta di un Urano più caldo non solo sfida le misurazioni storiche, ma apre anche nuove strade per la comprensione della sua atmosfera e della sua struttura interna.
In sintesi, la ricerca attuale porta a una rivalutazione delle conoscenze pregresse su Urano, invitando la comunità scientifica a considerare nuove ipotesi riguardanti la termodinamica del pianeta. Queste scoperte potrebbero avere ripercussioni significative nella comprensione dell’evoluzione dei pianeti gassosi e delle loro caratteristiche uniche.