
Durante una catalogazione effettuata presso la Biblioteca dell’Università di Cambridge, è emersa un’importante scoperta che arricchisce il corpus delle narrazioni arturiane. Nel mese di dicembre 2019, sono state rinvenute delle tracce calligrafiche sul dorso di un registro contabile risalente al XVI secolo, che si sono rivelate essere frammenti di storie riguardanti Mago Merlino e Re Artù.
Frammenti rari della suite vulgate du merlin
Questi frammenti appartengono alla rarissima “Suite Vulgate du Merlin“, di cui esistono meno di 40 copie nel mondo, ognuna con varianti uniche. Il primo frammento, che è stato documentato, descrive una battaglia tra cristiani e sassoni, in cui Gawain si distingue per il suo leggendario cavallo Gringalet e la famosa spada Excalibur.
Un misterioso arpista a camelot
Un episodio particolarmente affascinante si svolge durante una festa a Camelot, dove un misterioso arpista cieco, accompagnato da un cane bianco, si esibisce. La sua musica incanta profondamente Artù e Ginevra, tanto che il re decide di concedergli il diritto di portare lo stendardo reale in battaglia. Solo in un secondo momento, i cortigiani scoprono che l’arpista è Merlino travestito, e che lo stendardo si trasforma magicamente in un drago sputafuoco, generando panico tra le fila nemiche.
Il mistero della pergamena riciclata
Un interrogativo che affligge gli studiosi è come questi preziosi manoscritti siano finiti a servire come rilegatura. Con l’avvento della stampa, i testi in francese medievale hanno perso gran parte del loro valore, e la pergamena, un materiale sempre costoso, veniva frequentemente riciclata. Questo processo ha fatto sì che per secoli i frammenti delle due storie rimanessero nascosti sotto strati di colla e cuoio.
Recupero del testo con tecnologie avanzate
Il recupero del testo, senza compromettere la fragile pergamena, ha richiesto l’uso di tecnologie avanzate. L’imaging multispettrale ha reso visibile l’inchiostro sbiadito, mentre uno scanner a raggi X ha consentito di “leggere” attraverso la rilegatura senza necessità di smontarla, un approccio simile a quello utilizzato per la pergamena di Ercolano in passato.