La figura di Wolfgang Amadeus Mozart ha da sempre suscitato fascino e mistero, con il suo aspetto fisico rimasto per lungo tempo avvolto nell’incertezza. Fino a oggi, le uniche immagini disponibili erano quelle riprodotte sui libri, ma una recente scoperta ha finalmente fornito un’identità visiva più precisa del celebre compositore.
Nel 2025, l’antropologo forense Cicero Moraes ha avviato un progetto di ricerca innovativo basato su un reperto significativo: un cranio attribuito a Mozart, attualmente custodito presso il Mozarteum di Salisburgo. Questo teschio, la cui storia è tanto affascinante quanto controversa, fu recuperato circa dieci anni dopo la morte del compositore. Un becchino, che affermava di ricordare con esattezza il luogo della sepoltura anonima a Vienna, si occupò di riportare alla luce il cranio, dando avvio a un’indagine scientifica.
Il cranio, pur presentando alcune mancanze, come la mandibola e alcuni denti, possedeva caratteristiche sufficienti per avviare un’analisi dettagliata. Gli esperti, pertanto, hanno deciso di procedere con la ricostruzione del volto di Mozart, un processo che si è rivelato complesso e affascinante.
Per la ricostruzione del volto, il team di scienziati ha utilizzato marcatori di spessore tissutale, basati su dati statistici europei, per determinare con precisione millimetrica i contorni del viso del compositore. Attraverso un processo noto come “deformazione anatomica”, è stato possibile adattare un modello facciale virtuale alle specifiche del cranio esaminato. Questo approccio ha permesso di ottenere un risultato altamente dettagliato, che ha poi incorporato elementi storici come l’acconciatura e l’abbigliamento, rendendo il volto ricostruito maggiormente rappresentativo dell’epoca in cui visse Mozart.
Il confronto con l’iconografia storica ha rivelato risultati sorprendenti. La ricostruzione si è dimostrata notevolmente fedele a due ritratti realizzati mentre Mozart era ancora in vita: il ritratto incompiuto del cognato Joseph Lange, datato 1783, e lo schizzo di Dora Stock, risalente al 1789. Questi confronti hanno fornito una base solida per l’autenticità della ricostruzione.
Uno dei ritratti più celebri di Mozart, realizzato da Barbara Krafft nel 1819, ha mostrato tuttavia divergenze considerevoli rispetto alla ricostruzione. Questo potrebbe suggerire che l’immagine di Mozart fosse stata idealizzata nel tempo, distorcendo la sua reale fisionomia. L’analisi di questi ritratti storici non solo arricchisce la nostra comprensione del compositore, ma offre anche uno spaccato della percezione culturale di Mozart nel corso dei secoli.
La ricerca di Cicero Moraes e del suo team non si limita a un semplice interesse accademico; essa rappresenta un passo significativo verso una maggiore comprensione della figura di uno dei più grandi compositori della storia. Con questa nuova identità visiva, il pubblico può ora avvicinarsi a Wolfgang Amadeus Mozart con una prospettiva rinnovata, scoprendo non solo la sua musica, ma anche l’uomo dietro il genio.