
All’alba del 1° aprile 1989, Londra si trovò al centro di uno degli scherzi più memorabili della storia. Alle 4 del mattino, mentre la città era ancora avvolta nel sonno, Richard Branson, il fondatore del Virgin Group, decollò a bordo di una mongolfiera che riproduceva un disco volante.
L’oggetto volante e la reazione degli automobilisti
L’oggetto volante, illuminato da luci strobo che lampeggiavano ogni dieci secondi, sorvolava l’autostrada M25, lasciando gli automobilisti increduli e in preda al panico. Le stazioni radio e televisive furono sommerse da chiamate, mentre le forze dell’ordine furono rapidamente mobilitate, incluso l’intervento dell’esercito.
Il piano e la sorpresa di Branson
Il piano iniziale prevedeva un atterraggio spettacolare a Hyde Park, ma il vento portò la mongolfiera verso un campo nella contea di Surrey. Qui, la polizia circondò il presunto veicolo extraterrestre, mentre un agente si avvicinava con cautela per indagare. Branson, noto per le sue provocazioni e diventato il primo uomo non astronauta a volare nello spazio, aveva però in serbo una sorpresa: all’apertura del portello, tra nuvole di ghiaccio secco, emerse un nano travestito da extraterrestre, che salutò con entusiasmo i presenti.
Le conseguenze dello scherzo
La reazione della polizia non fu affatto divertita e Branson si trovò a rischio di arresto. Tuttavia, il suo intervento si concluse con un semplice richiamo all’ordine. Il “disco volante” era stato realizzato a Bristol da Don Cameron e conosciuto da pochi con il nome in codice di Project Wedgewood. Questo segreto si rivelò cruciale per il successo dello scherzo.
Un maestro della provocazione
In un contesto in cui la realtà e la fantasia si intrecciano, Branson si dimostrò ancora una volta un maestro della provocazione, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva.