
Viviamo in un periodo in cui l’accesso alle informazioni è senza precedenti, ma ci sono conoscenze che, se diffuse, possono rivelarsi estremamente pericolose. Questo concetto, noto come information hazard, è stato introdotto dal filosofo Nick Bostrom nel 2011. Si riferisce a informazioni che, pur essendo veritiere, possono avere conseguenze distruttive.
Informazioni pericolose e i loro effetti
Un esempio emblematico di questo fenomeno è rappresentato dalla formula per la costruzione di armi nucleari o dalla sequenza genetica di virus letali. L’accessibilità di tali dati potrebbe consentire a individui con intenti malevoli di sfruttarli per scopi distruttivi. Tuttavia, il problema non si limita a queste situazioni. Esistono anche informazioni che possono danneggiare le persone che le scoprono. Ad esempio, in epoche passate, le donne che possedevano una conoscenza approfondita delle erbe medicinali o dei metodi anticoncezionali rischiavano di essere accusate di stregoneria e condannate a morte.
Bostrom ha identificato due categorie principali di pericoli legati alle informazioni. La prima è il pericolo reale, che riguarda le informazioni che possono essere utilizzate intenzionalmente per causare danni, come il DNA di agenti patogeni. La seconda è il pericolo involontario, in cui la semplice conoscenza può portare a conseguenze negative.
Il dibattito attuale sulla libertà della conoscenza
Il tema è di particolare rilevanza oggi, specialmente nei settori della biotecnologia e della sicurezza informatica. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che alcune informazioni, come la sintesi di virus letali, potrebbero essere utilizzate per creare nuove minacce biologiche. Analogamente, la divulgazione di specifiche vulnerabilità informatiche potrebbe compromettere la sicurezza di interi sistemi governativi.
La questione centrale è: fino a che punto la conoscenza deve essere accessibile? Da un lato, il controllo delle informazioni potrebbe ostacolare il progresso scientifico. Dall’altro, alcune verità potrebbero risultare troppo pericolose per essere alla portata di tutti.
Per illustrare questo concetto, non sono rari i casi in cui studenti hanno realizzato reattori nucleari in casa. È avvenuto anche in Italia, dove un giovane ha creato un reattore che ha prodotto plasma, dimostrando come la diffusione di certe conoscenze possa portare a risultati inaspettati e potenzialmente rischiosi.