
Alla fine del XVIII secolo, i rivoluzionari francesi decisero di abbandonare il tradizionale calendario cristiano per adottare un nuovo sistema, concepito per essere più semplice e logico. Tuttavia, questo tentativo si rivelò un fallimento. Oggi, nel 2025, il calendario gregoriano, composto da 365 giorni, continua a essere utilizzato, pur presentando delle criticità. Infatti, i mesi hanno 30 o 31 giorni, con l’eccezione di febbraio, e ogni quattro anni viene aggiunto un giorno per compensare il fatto che l’anno solare non è esattamente di 365 giorni, ma si attesta intorno a 365,2422.
Il calendario repubblicano francese
Il calendario noto come calendario repubblicano francese fu istituito in un periodo di grande cambiamento. Esso si componeva di 12 mesi, ognuno composto da 30 giorni, suddivisi in tre decadi di dieci giorni ciascuna. I giorni venivano denominati in modo originale: primidi, duodi, terdidi, quartidi, quintidi, sestidi, settidi, ottadi, nonidi e decadi. Questo nuovo approccio rappresentava una netta rottura con la tradizione.
I nomi dei mesi e le loro caratteristiche
I nomi dei mesi furono scelti in base alle caratteristiche naturali del periodo dell’anno. Ad esempio, Vendémiaire, che significa “vendemmia”, si estende dal 22 settembre al 21 ottobre, mentre Brumaire, che si traduce in “nebbia”, va dal 22 ottobre al 20 novembre. Altri mesi come Frimaire (gelo), Nivôse (neve), Pluviôse (pioggia), Ventôse (vento), Germinal (semina), Floréal (fioritura), Prairial (prato), Messidor (raccolto), Thermidor (calore) e Fructidor (frutti) riflettono le stagioni e le attività agricole. Questo approccio, in netta contrapposizione al calendario gregoriano, che associava giorni e mesi a corpi celesti o divinità, mirava a celebrare la ragione e la scienza.
Il fallimento del calendario repubblicano
Nonostante le buone intenzioni, il calendario repubblicano non ottenne il successo sperato. Durante il regime di Napoleone, il sistema fu progressivamente abbandonato e il calendario gregoriano tornò in vigore ufficialmente il 1° gennaio 1806. Le ragioni di questo insuccesso sono molteplici. Un fattore chiave fu la difficoltà di coordinamento con gli altri paesi che continuavano a utilizzare il calendario gregoriano. Inoltre, il nuovo sistema non riuscì a guadagnare l’accettazione tra la popolazione francese.
Difficoltà culturali e storiche
Il sociologo Eviatar Zerubavel, in un articolo del 1977, osservò che “i riformatori devono aver sottovalutato quanto fossero ancora radicati i sentimenti religiosi tra il popolo francese”. Questo fallimento storico mette in evidenza le difficoltà nel modificare abitudini profondamente radicate all’interno di una cultura, un tema che continua a essere attuale anche oggi.