Polinesia: scoperti biologi super coralli capaci di resistere alle alte temperature

Un team di scienziati e biologi marini del laboratorio francese Criobe, affiliato al corrispondente del CNR, ha recentemente identificato una significativa popolazione di coralli in un atollo dell’arcipelago dei Tuamotu, situato nella Polinesia francese. Questa scoperta rappresenta un passo importante nella ricerca sullo stato degli ecosistemi marini, in particolare in un periodo in cui il riscaldamento globale sta causando gravi danni alle barriere coralline in tutto il mondo.

Adeguamento ai cambiamenti climatici

A differenziare questa nuova popolazione di coralli dalle altre è la loro sorprendente capacità di adattarsi alle alte temperature e alle condizioni avverse legate al cambiamento climatico. Mentre in molte altre aree del pianeta le barriere coralline sono in declino, i coralli scoperti dai ricercatori di Criobe hanno dimostrato una resilienza senza precedenti, guadagnandosi il soprannome di “super-coralli”. I biologi coinvolti nella ricerca sperano che ulteriori studi possano portare a soluzioni per affrontare il drammatico fenomeno dello sbiancamento delle barriere coralline.

La spedizione “1 Ocean”

La spedizione, denominata “1 Ocean”, è iniziata nel 2022 e ha ricevuto il supporto dell’UNESCO, che ha prontamente condiviso la notizia della scoperta sui propri canali social. Durante questa missione, i biologi hanno condotto immersioni per studiare il metabolismo dei coralli, tra cui spicca il nome di Laetitia Hédoouin, che aveva già esplorato la stessa area nel 2022 sotto la supervisione del fotografo Alexis Rosenfeld. Secondo le analisi effettuate, il segreto di questi coralli risiederebbe in una mutazione genetica che consente loro di prosperare anche quando la temperatura dell’acqua supera i 30 gradi centigradi.

Prospettive future per gli ecosistemi marini

Gli scienziati sono ottimisti riguardo alla possibilità di identificare questa mutazione genetica e di applicare tecniche moderne di ingegneria genetica per diffonderla ad altre popolazioni di coralli, con l’obiettivo di preservare e rinvigorire gli ecosistemi marini in pericolo. La ricerca continua, con la speranza che queste scoperte possano contribuire a una migliore comprensione e gestione delle barriere coralline nel contesto del cambiamento climatico globale.

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Lorenzo Lorenzotti