Secondo un recente rapporto dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), pubblicato il 1° aprile 2025, ogni giorno almeno tre satelliti rientrano nell’atmosfera terrestre, e questa cifra è destinata a crescere. Gli esperti avvertono che il fenomeno potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza degli esseri umani a terra.
L’ESA ha evidenziato che nel 2024 circa 1.200 “oggetti intatti” sono rientrati nell’atmosfera, insieme a numerosi frammenti di detriti spaziali. Questo dato è allarmante, considerando l’aumento esponenziale dei detriti che orbitano attorno al nostro pianeta. Attualmente, si stima che vi siano circa 45.700 oggetti di dimensioni superiori a 10 centimetri in orbita, molti dei quali sono satelliti che hanno raggiunto il termine della loro vita operativa.
Un ulteriore fattore preoccupante è rappresentato dalle diverse collisioni ed esplosioni orbitali che, nel 2024, hanno generato almeno 3.000 nuovi frammenti di detriti. Jonathan McDowell, astrofisico e noto esperto di detriti spaziali, ha dichiarato a Space.com che l’attività spaziale ha raggiunto un livello tale da avere un impatto tangibile sull’ambiente, sia nello spazio che nell’alta atmosfera.
McDowell ha osservato che nel giorno della sua intervista, tre oggetti erano già tornati dallo spazio, inclusi due satelliti a banda larga Starlink di SpaceX e un satellite spia russo di 43 anni, noto come Kosmos 1340. Secondo l’esperto, i satelliti Starlink rappresentano la maggior parte dei detriti che ricadono sulla Terra, e il loro numero è destinato ad aumentare ulteriormente.
Se SpaceX porterà avanti i suoi piani di espandere la costellazione Starlink fino a 30.000 satelliti, McDowell prevede un incremento significativo dei rientri, arrivando a 15 al giorno. Anche Amazon è pronta a lanciare la sua costellazione Kuiper, mentre si stanno avviando progetti di megacostellazioni cinesi. Questo scenario suggerisce un aumento del numero di satelliti che verranno ritirati nei prossimi cinque-dieci anni.
Per affrontare il problema dei detriti spaziali, le aziende a livello globale si stanno impegnando a rimuovere ogni satellite in orbita terrestre bassa (LEO) entro cinque anni dalla conclusione della loro missione. Tuttavia, questa misura potrebbe non essere sufficiente. La quantità di detriti spaziali che bruciano negli strati superiori dell’atmosfera è in aumento, suscitando preoccupazione tra gli scienziati atmosferici.
I satelliti, prevalentemente realizzati in alluminio, producono ossido di alluminio durante la combustione, un composto che può accelerare la riduzione dell’ozono e contribuire a variazioni termiche nell’alta atmosfera. McDowell ha sottolineato che, sebbene il rischio per gli esseri umani sia attualmente molto basso, esso aumenterà con il numero crescente di rientri.
Sebbene gran parte della superficie terrestre sia coperta da oceani o aree disabitate, le probabilità che un detrito cada su qualcuno rimangono, e con l’aumento dei rientri, anche questo rischio è destinato a crescere. Il rapporto dell’ESA, pur riconoscendo gli sforzi per rimuovere tempestivamente i vecchi satelliti dall’orbita, mette in evidenza che attualmente ci sono ancora troppi oggetti in orbita.