Megalodon: alla nascita i cuccioli raggiungono dimensioni superiori ai 4,5 metri

Il Megalodon, il celebre predatore marino preistorico, ha catturato l’immaginazione del pubblico negli ultimi anni, diventando un simbolo della cultura pop grazie alla sua presenza in film, serie televisive, documentari e videogiochi. Nonostante la sua notorietà, questa specie di squalo, che ha abitato le acque tra il Miocene e il Pleistocene inferiore, rimane avvolta nel mistero, soprattutto a causa della scarsità dei reperti fossili. Infatti, la maggior parte dei resti ritrovati consiste in denti, poiché lo scheletro cartilagineo degli squali è difficile da conservare nei sedimenti e raramente diventa fossile.

Recentemente, un gruppo di paleontologi statunitensi ha fatto progressi significativi nella comprensione di questa affascinante specie. La loro ricerca, pubblicata su Palaeontologia Electronica, è stata guidata da Khensu Shimada, docente di paleontologia presso la DePaul University di Chicago. Gli studiosi hanno messo in luce che i Megalodon erano molto diversi da come comunemente vengono rappresentati.

Scoperte sui Megalodon

Attraverso un’analisi comparativa di un esemplare ben conservato rinvenuto in Belgio, il team ha esaminato 145 squali moderni e 20 specie estinte. I risultati hanno rivelato che i Megalodon erano molto meno tozzi rispetto allo Squalo bianco, presentando caratteristiche simili a quelle di uno squalo limone. Questa scoperta ha cambiato notevolmente la percezione di questi giganti marini, suggerendo che la loro morfologia fosse più affusolata e agile di quanto si pensasse in precedenza.

Un’altra importante rivelazione riguarda il modo in cui questi squali si riproducevano. I ricercatori hanno confermato che i Megalodon partorivano piccoli vivi, proprio come gli squali odierni. I più piccoli esemplari mai rinvenuti misurano poco meno di 4 metri, portando gli scienziati a ipotizzare che questa fosse la dimensione dei neonati. Questa informazione implica che i Megalodon partorissero cuccioli di notevoli dimensioni.

Dimensioni e sopravvivenza dei cuccioli

Le grandi dimensioni dei piccoli al momento della nascita suggeriscono che i Megalodon potessero partorire neonati già in grado di nutrirsi di mammiferi marini e di difendersi da altri predatori. Shimada ha dichiarato ai giornalisti: “Le grandi dimensioni suggeriscono che Megalodon abbia partorito vivi e, come tutti gli squali lamniformi odierni, l’embrione di Megalodon probabilmente è cresciuto all’interno della madre nutrendosi di uova non schiuse nell’utero.” I cuccioli, in determinate circostanze, potevano persino superare i 4,5 metri alla nascita, specialmente se la madre era di dimensioni superiori alla media e viveva in un ambiente ricco di prede.

Tuttavia, la vita dei cuccioli non era priva di pericoli. Anche se le loro dimensioni li rendevano meno vulnerabili, i Megalodon adulti e altri squali di grandi dimensioni potevano rappresentare una minaccia. Questo potrebbe aver spinto la specie a sviluppare una strategia riproduttiva che favorisse la nascita di piccoli già in grado di cacciare sin dal primo giorno di vita e di crescere rapidamente.

Comportamenti sociali e interazioni

Recenti studi hanno anche rivelato che i Megalodon non erano solo predatori solitari, ma si impegnavano in interazioni sociali tra loro. È emerso che questi squali si sfidavano a vicenda, scambiandosi baci mordaci per stabilire chi fosse il più forte. Questi comportamenti suggeriscono una complessità sociale che potrebbe aver influito sulla loro strategia di caccia e sulla loro sopravvivenza nel competitivo ecosistema marino del loro tempo.

La ricerca continua a svelare nuovi aspetti di questa straordinaria specie, contribuendo a una comprensione più profonda della vita marina preistorica e del ruolo che i Megalodon hanno ricoperto nei mari di un passato remoto.

Published by
Romina Lotito