
Microsoft ha recentemente preso la decisione di licenziare uno dei due dipendenti che, durante le celebrazioni per il 50esimo anniversario dell’azienda, hanno interrotto l’evento per contestare un accordo di fornitura di servizi di intelligenza artificiale all’esercito israeliano. La notizia è stata riportata da The Verge, che ha avuto accesso a una comunicazione interna dell’azienda.
Licenziamento di Ibtihal Aboussad
Il 3 ottobre 2025, a Redmond, Washington, Ibtihal Aboussad è stata sollevata dal suo incarico per “atti di cattiva condotta”. Aboussad, insieme a un’altra dipendente, ha interrotto il discorso del CEO della divisione IA, Mustafa Suleyman, durante la celebrazione, accusandolo di essere un “profittatore di guerra”. Durante la manifestazione, ha anche esortato Microsoft a “smettere di usare l’IA per il genocidio nella nostra regione”.
Protesta di Vaniya Agrawal
L’azione di Aboussad non è stata isolata. Anche Vaniya Agrawal ha preso parte alla protesta, interrompendo un panel in cui erano presenti figure di spicco come Bill Gates, Steve Ballmer e Satya Nadella, per esprimere la sua opposizione alla collaborazione tra Microsoft e il governo israeliano. Entrambi i dipendenti hanno successivamente inviato email a migliaia di colleghi, invitandoli a unirsi alla loro causa e a chiedere all’azienda di rivedere i suoi contratti.
Motivazioni del licenziamento
Nella lettera di licenziamento indirizzata a Ibtihal Aboussad, si legge che il suo comportamento durante l’evento ha creato un clima di tensione tale da richiedere l’intervento della sicurezza, che ha dovuto accompagnarla fuori dalla sala. La comunicazione sottolinea che le sue azioni sono state considerate intenzionali e mirate a ottenere visibilità , causando disturbo in un momento significativo per l’azienda.
Reazioni e conseguenze
L’email evidenzia anche la mancanza di scuse da parte di Aboussad nei confronti di Microsoft, segnalando una preoccupazione per le conseguenze delle sue azioni, sia attuali che future. Entrambe le dipendenti erano membri del gruppo No Azure for Apartheid, che si oppone all’uso della tecnologia Microsoft in contesti di conflitto e oppressione.