Libri medievali: sorprendenti copertine in pelle di animali inusuali

Nel periodo medievale, la creazione di nuovi libri rappresentava un processo laborioso e costoso, prevalentemente realizzato nei monasteri benedettini e nelle corti nobiliari europee. La mancanza della stampa a caratteri mobili, introdotta da Gutenberg nel 1455, contribuiva a rendere il lavoro di scrittura e rilegatura un compito lungo e impegnativo, caratterizzato dall’alto costo dei materiali e dalle ore necessarie per completare ogni singolo volume.

Scoperte sui libri medievali

Recentemente, un team di curatori della Biblioteca dell’Università della Sorbona ha condotto uno studio che ha rivelato un aspetto curioso riguardante le rilegature dei libri medievali. Attraverso l’analisi del DNA delle copertine di alcuni dei volumi più preziosi delle collezioni francesi, è emerso che i codici risalenti al XII e XIII secolo erano spesso rilegati con pelliccia di foca, un materiale raro e costoso, particolarmente nell’Europa meridionale.

Dettagli della ricerca

Il lavoro di ricerca è stato pubblicato il 9 aprile 2025 sulla rivista Royal Society Open Science e ha coinvolto 32 volumi di grande valore. Gli studiosi hanno avviato le loro indagini presso la Biblioteca dell’Abbazia di Clairvaux, situata nella regione della Champagne in Francia, dove attualmente si conservano circa 1.450 libri medievali realizzati dagli antichi scribi di questa abbazia cistercense.

Metodologie utilizzate

Per condurre le analisi, i ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate, tra cui la spettrometria di massa e l’analisi del DNA antico, una metodologia scientifica sviluppata dal premio Nobel Svante Paabo negli anni Novanta. I risultati hanno portato alla scoperta di ulteriori 13 volumi in monasteri di Belgio, Francia e Regno Unito, redatti da scribi formatisi all’Abbazia di Clairvaux, situata in un punto di intersezione tra diverse rotte commerciali che collegavano l’Europa occidentale al Nord Europa.

Origine delle copertine

Ogni libro esaminato presentava una copertina in pelle di foca, con esemplari provenienti da aree come la Scandinavia, la Danimarca, la Scozia e la Groenlandia, dove esisteva un insediamento vichingo dedito alla lavorazione e alla spedizione di pelli verso l’Europa. È plausibile che i monaci non fossero a conoscenza dell’origine delle pelli utilizzate per la rilegatura dei loro libri; il loro obiettivo principale era proteggere i preziosi manoscritti che si dedicavano a copiare, senza preoccuparsi della provenienza del materiale.

Economia dei monasteri

In aggiunta, i monasteri si sostenevano economicamente grazie alla questua, alla vendita dei prodotti agricoli locali e alla commercializzazione dei libri creati nelle loro biblioteche. La realizzazione di testi di alta qualità rappresentava quindi un interesse fondamentale per i monaci, che cercavano di garantire la propria sicurezza economica attraverso queste attività.

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Romina Lotito