Le persone percepiscono le intelligenze artificiali più empatiche degli psicologi: analisi del fenomeno

Un recente studio ha rivelato che le risposte generate dall’intelligenza artificiale (IA) vengono percepite come più compassionevoli rispetto a quelle fornite da psicologi umani. Questa scoperta ha suscitato un certo interesse e preoccupazione nel settore della salute mentale.

Dettagli dello studio

Lo studio, pubblicato il 10 gennaio 2025 sulla rivista specializzata Communications Psychology, ha coinvolto un campione di 550 partecipanti che hanno analizzato le risposte empatiche generate dall’IA in confronto a quelle di professionisti della salute mentale. I partecipanti hanno condiviso le loro esperienze personali e successivamente hanno valutato le risposte in base a criteri di compassione, reattività e preferenza generale. I risultati sono stati sorprendenti.

Risultati e preferenze

Secondo i dati raccolti, le risposte fornite dall’IA sono state giudicate il 16% più compassionevoli rispetto a quelle degli psicologi specializzati in situazioni di crisi. Inoltre, i partecipanti hanno mostrato una preferenza per le risposte generate dall’IA nel 68% dei casi, anche quando confrontate con quelle di soccorritori formati. Questa tendenza ha spinto i ricercatori a riflettere sulle potenzialità dell’IA in contesti di comunicazione empatica.

Commenti degli esperti

Dariya Ovsyannikova, autrice principale dello studio e responsabile di laboratorio presso il dipartimento di psicologia dell’Università di Toronto, ha sottolineato come il successo dell’IA derivi dalla sua capacità di identificare dettagli specifici e mantenere un approccio obiettivo nei confronti dei pazienti. Questo approccio ha permesso all’IA di generare comunicazioni che danno l’illusione di un ascolto empatico, mentre gli psicologi potrebbero essere influenzati dalla stanchezza e dalla pressione del loro lavoro.

Potenzialità dell’IA nel supporto psicologico

Eleanor Watson, ingegnere etico dell’IA e docente presso la Singularity University, ha aggiunto che l’IA ha il potenziale di offrire ai pazienti nuove prospettive e approcci che potrebbero non essere stati considerati dai loro terapeuti. Inoltre, la facilità di accesso all’IA rispetto ai professionisti umani potrebbe renderla uno strumento ancora più utile per il supporto psicologico.

Interazione con l’IA

Watson ha anche evidenziato che le persone tendono a sentirsi meno intimidite nell’interagire con una macchina, specialmente su argomenti delicati. Questo aspetto potrebbe ridurre la paura del giudizio e del pettegolezzo, rendendo l’IA un’opzione attraente per coloro che cercano supporto.

Implicazioni etiche e metodologiche

Tuttavia, nonostante i risultati promettenti, è fondamentale considerare le implicazioni etiche e metodologiche di tale approccio. La ricerca solleva interrogativi su come l’IA possa influenzare il trattamento delle emozioni umane, che rimangono complesse e sfuggenti. La questione centrale è se un’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, possa realmente comprendere e affrontare le sfide emotive degli esseri umani.

Necessità di investimenti nella salute mentale

Infine, è importante ricordare che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre due terzi delle persone con problemi di salute mentale non ricevono le cure necessarie, con una percentuale che sale all’85% nei paesi a basso e medio reddito. Questo scenario pone l’accento sulla necessità di investire nel settore della salute mentale, ma sorge spontanea una domanda: siamo certi che l’IA rappresenti la direzione giusta da seguire?

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Lorenzo Lorenzotti