
Considerato un simbolo della perdita di biodiversità causata dall’azione umana, il quagga rappresenta una delle specie più emblematiche estinte nel XIX secolo. Questo animale, che era una sottospecie di zebra delle pianure, abitava un tempo le praterie del Sudafrica, ma la sua esistenza è stata compromessa da una serie di fattori legati all’intervento dell’uomo.
Origini e comportamento del quagga
Originario delle vaste pianure sudafricane, il quagga si differenziava dalle zebre e dai cavalli per il suo comportamento, che risultava spesso aggressivo nei confronti degli esseri umani. Durante la prima metà dell’Ottocento, i coloni olandesi tentarono di domare il quagga per utilizzarlo come animale da soma. Tuttavia, questi tentativi fallirono miseramente, portando a ingenti investimenti in strutture di addestramento che non produssero i risultati sperati.
Percezione negativa e conseguenze
Con il passare degli anni, le esigenze agricole e la crescente pressione per l’allevamento di bestiame europeo portarono i coloni a considerare i quagga come un ostacolo, un vero e proprio parassita che minacciava le risorse alimentari destinate al bestiame. Questa percezione negativa culminò nella decisione di eliminare gli animali, che venivano visti come una minaccia per i campi coltivati.
Massacro e brutalità
Nella seconda metà dell’Ottocento, la situazione per il quagga si fece drammatica. I coloni iniziarono a sparare a vista a questi animali, in un massacro che durò per due decenni. La brutalità di queste azioni raggiunse livelli estremi, con alcuni allevatori che utilizzarono addirittura cannoni, ispirati dalle pratiche di caccia degli statunitensi nel Far West, dove si bombardavano mandrie di bisonti e stormi di piccioni migratori.
Scoperte zoologiche e estinzione
Negli anni Settanta dell’Ottocento, gli zoologi, privi di una coscienza ecologica, scoprirono che il quagga era geneticamente più debole rispetto ad altre specie equine e che poteva incrociarsi con le zebre, animali che stavano iniziando a essere addomesticati. Questo portò il governo coloniale olandese a abbandonare qualsiasi tentativo di domesticazione, incentivando invece il completamento della loro estinzione.
Ultimi esemplari e eredità
L’ultimo quagga selvatico fu ucciso nel 1878, mentre gli esemplari in cattività non riuscirono a sopravvivere. L’ultimo individuo noto, una femmina, visse nello zoo Natura Artis Magistra di Amsterdam e morì il 12 agosto 1883, lasciando dietro di sé un vuoto nella fauna locale.
Il quagga e la conservazione
Nonostante la sua tragica scomparsa, il quagga ha segnato un’importante pietra miliare nella storia della conservazione. Infatti, nel 1984, è stato il primo animale estinto di cui è stato sequenziato il genoma, aprendo la strada a discussioni su possibili progetti di de-estinzione. Attualmente, il quagga è al centro di un’iniziativa avviata nel 1987, che mira a riportare in vita questa sottospecie, competendo con altre specie estinte come il Moa neozelandese.