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La mala fede del senatore De Falco dissenziente ‘de sinistra’ incensato da Repubblica

Evidentemente, alla luce del suo comportamento di questi giorni, con Gregorio De Falco è stato fatto un errore di valutazione al momento in cui gli è stata fatta dal M5S la proposta della candidatura al Senato Della Repubblica.

Per la verità, personalmente, non ho mai ritenuto che il suo comportamento con Schettino fosse da uomo coraggioso, ma invece da uomo alla ricerca di notorietà.

Primeggiare in quella occasione era un’occasione ghiotta e non se l’è lasciata sfuggire.

Del resto cosa c’era di difficile, qual era il rischio? Bastava gridare per bene le parole giuste, che sarebbero state registrate, con la consapevolezza che sarebbero rimaste nella storia… e voilà l’uomo deciso, l’uomo forte, l’eroe!

A me ha sempre dato l’impressione di una parte recitata bene, vedendo più a fondo l’episodio e bandendo ogni superficialità della vulgata ufficiale per cui la presenza dell’eroe, Gregorio De Falco, compensava quella del vile e del pauroso Francesco Schettino.

Più che di eroe, mi ha fatto pensare a un attore, cui la sorte l’aveva chiamato a svolgere una parte cui non avrebbe mai potuto aspirare, quella del ruolo di protagonista forte ed eroico, in una storia vera, tragica e tristissima.

Questa mia analisi di allora si è rivelata corretta alla luce del suo comportamento politico-mediatico di questi giorni. Se infatti lui avesse avuto solamente e veramente a cuore i principi irrinunciabili di cui parla a piè sospinto, ne avrebbe parlato con sincerità, riservatamente e senza clamore per non danneggiare il Movimento di cui fa (faceva?) parte per ottenere le modifiche compatibili con il Contratto di Governo firmato con la Lega.

Ora, un aspetto da mettere in evidenza, visto che i media non lo riportano – anche questo è un modo di disinformare o, per usare termini alla moda, di fabbricare fake news – ma che ritengo della massima importanza: il Contratto di Governo, contenente la norma su cui il nostro eroe è pubblicamente dissenziente, è stato approvato dagli iscritti al Movimento 5 Stelle a stragrande maggioranza (96%) e questo è un vincolo per tutti i portavoce. Non a caso nel Movimento i deputati e i senatori sono chiamati portavoce: essi non parlano a nome di sé stessi, ma ‘portano la voce’ di coloro che li hanno eletti.

Questo, portavoce Gregorio De Falco, è un impegno da semplice persona seria.

Ma a Lei, Sig. Senatore Dr. Gregorio De Falco, questo non basta.

Fare la persona seria non Le dà visibilità, non La fa emergere come ‘l’uomo tutto di un pezzo’ che vuole apparire, l’eroe che Lei vuole rappresentare al popolo di imbecilli, come Lei probabilmente ritiene coloro che lo hanno votato e tutti gli iscritti e votanti dei 5 Stelle.

Questa sua convinzione che il popolo sia bue, ritengo che fosse già presente quando ha fatto l’eroe a buon mercato con Francesco Schettino.

Ma evidentemente si è rafforzata da quando è entrato in sintonia con gli ambienti editoriali di De Benedetti, il quale, per far capire bene agli italiani cosa pensa di loro, è voluto diventare cittadino svizzero. Giusto perché non ci fossero dubbi, De Benedetti ci ha mandato a dire: con voi italiani non voglio nulla aver a che fare.

Il nostro algido eroe ha imparato in fretta: tra un po’ avrà la puzza nel naso non solo verso gli elettori di Livorno che lo hanno eletto ma di qualsiasi ‘grillino, come anche lui tra un po’ , sprezzante, ci chiamerà, imitando i suoi nuovi amici di Repubblica, nave ammiraglia, un poco ammaccata, della flotta mediatica del cittadino svizzero appena citato.

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Redazione