
Negli ultimi anni, la questione della dislessia ha suscitato un ampio dibattito, senza che si fosse mai giunti a una definizione condivisa. Ora, un gruppo di ricercatori britannici ha proposto una nuova definizione che potrebbe finalmente risolvere questa mancanza di consenso. Questa proposta è stata recentemente pubblicata sul Journal of Child Psychology and Psychiatry, un’importante rivista accademica.
Un team di 58 esperti, coordinato dalla professoressa Julia Carroll dell’Università di Birmingham, ha lavorato per elaborare una definizione più precisa di un disturbo che colpisce migliaia di bambini in tutto il mondo. La necessità di una definizione univoca è emersa dalla consapevolezza che, nonostante i numerosi tentativi di chiarire le caratteristiche della dislessia, non si era mai raggiunto un accordo globale.
La ricerca e il coinvolgimento degli esperti
Per affrontare questa sfida, il team di ricerca ha coinvolto esperti di dislessia provenienti da diverse università britanniche e da tutto il mondo. Gli esperti hanno votato su una serie di affermazioni chiave che descrivono vari aspetti della dislessia. Solo le affermazioni che hanno ricevuto il consenso di oltre l’80% del gruppo sono state utilizzate per costruire la nuova definizione. Questo approccio mira a garantire che la definizione risultante sia rappresentativa e accettata dalla comunità scientifica.
La definizione finale sottolinea che la dislessia non è un disturbo isolato, ma piuttosto un insieme di difficoltà di elaborazione che influenzano la lettura e l’ortografia. Queste difficoltà esistono su un continuum e possono variare in gravità da un individuo all’altro. Inoltre, è importante notare che le persone con dislessia possono affrontare sfide anche in altri ambiti, come la matematica, e spesso presentano comorbidità con altre condizioni, come il deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e la discalculia.
Le caratteristiche della dislessia secondo la nuova definizione
Nella nuova definizione, emergono alcuni punti salienti che delineano le caratteristiche della dislessia. Tra questi, spicca il fatto che le difficoltà nella lettura fluente e nell’ortografia si manifestano in tutte le lingue e in tutte le fasce d’età . Le difficoltà di elaborazione fonologica rappresentano il sintomo cognitivo più comune, ma non sono l’unico aspetto da considerare. Il team di ricerca ha anche evidenziato l’importanza di un processo di valutazione strutturato, suddiviso in fasi, per fornire supporto a qualsiasi bambino che mostri difficoltà nella lettura, nell’ortografia o nella scrittura.
Questa iniziativa ha il potenziale di portare benefici a un gran numero di bambini, aiutandoli a superare le difficoltà legate alla dislessia. La professoressa Carroll ha spiegato che la dislessia è un disturbo dell’apprendimento complesso, che può manifestarsi in modi diversi da persona a persona. Se non identificata e affrontata correttamente, può avere impatti duraturi sull’istruzione e sulla vita lavorativa.
La nuova definizione e il processo di valutazione rappresentano un passo significativo verso una maggiore comprensione e supporto per i bambini affetti da dislessia, contribuendo a creare un ambiente educativo più inclusivo e favorevole.