
Non molti sono a conoscenza del fatto che sotto le acque degli oceani si estendono milioni di chilometri di cavi blindati, i quali trasmettono dati di Internet, transazioni finanziarie e comunicazioni militari tra i vari continenti. Una recente rivelazione da parte della Cina ha messo in evidenza un aspetto inquietante: il possesso di uno strumento capace di compromettere tali infrastrutture.
Il 5 gennaio 2025, il China Ship Scientific Research Centre (CSSRC) e lo State Key Laboratory of Deep-sea Manned Vehicles hanno presentato un dispositivo in grado di operare a profondità senza precedenti, arrivando fino a 4.000 metri. Questa innovazione non sorprende, considerando che la Cina ha già dimostrato competenze avanzate, come nel caso della recente affermazione di aver contato 142 miliardi di alberi tramite droni.
La tecnologia sottomarina cinese
Il riconoscimento pubblico da parte della Cina di possedere una tecnologia in grado di danneggiare cavi sottomarini rappresenta un evento senza precedenti. Sebbene si sospetti che anche la Russia disponga di strumenti simili, è la prima volta che un paese ammette apertamente di avere un dispositivo di tale portata. Operare a profondità così elevate presenta sfide significative, poiché le pressioni a queste profondità superano le 400 atmosfere, una condizione paragonabile a sostenere il peso di un elefante sulla punta delle dita.
I cavi sottomarini, progettati per resistere a tali condizioni, sono rinforzati con acciaio e strati di materiali polimerici, rendendoli estremamente resistenti. L’ingegnere Hu Haolong, a capo della ricerca, ha rivelato che le lame del dispositivo sono rivestite di diamanti e possono raggiungere una velocità di 1.600 giri al minuto, permettendo di tagliare con facilità materiali molto duri.
Applicazioni militari e implicazioni globali
Il dispositivo può essere montato su braccia robotiche a bordo di sommergibili cinesi, come il Fendouzhe, lo Striver e la serie Haidou. Questi veicoli sono stati oggetto di sospetti riguardo a scopi non pacifici. Attualmente, esistono circa 380 cavi sottomarini che si estendono per oltre 800.000 miglia (circa 1.300.000 chilometri) sul fondo dell’oceano, trasportando il 99% delle comunicazioni globali. Un attacco a questi cavi potrebbe interrompere drasticamente le comunicazioni internazionali, il commercio e i sistemi governativi.
Per rassicurare la comunità internazionale, gli scienziati cinesi hanno dichiarato che la loro invenzione è destinata principalmente a scopi pacifici. Tuttavia, il timore rimane palpabile, soprattutto considerando la crescente preoccupazione che la Cina stia testando l’impatto strategico delle interruzioni dei cavi.
Incidenti sospetti e tensioni geopolitiche
Negli ultimi due anni, diverse navi cinesi sono state coinvolte in incidenti sospetti nei pressi dei cavi sottomarini, in particolare nelle acque vicino a Taiwan e nel Mar Baltico. Questi eventi hanno alimentato le speculazioni riguardo a possibili attività ostili, accuse che il governo di Pechino ha sempre negato con fermezza. La situazione attuale solleva interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni globali e sulle possibili ripercussioni di tali tecnologie in un contesto geopolitico sempre più teso.