La realtà scientifica attuale sembra talvolta ispirata dalla fantasia cinematografica. In un contesto in cui i cuccioli ricordano lupi, gli elefanti mostrano caratteristiche simili a quelle dei mammut e i progetti per riportare in vita il dodo si fanno sempre più concreti, ci si interroga sull’autenticità di queste creature. Sono davvero “tornate” in vita o semplicemente reinterpretate attraverso la genetica moderna?
Esplorando il processo di de-estinzione, emerge una complessità inaspettata. Consideriamo il caso del mammut: tra questo e l’elefante asiatico ci sono circa 1,5 milioni di differenze genetiche. Gli scienziati si dedicano a modificare solo alcune centinaia di geni, focalizzandosi su tratti visibili come il pelo, la resistenza alle basse temperature e la distribuzione del grasso corporeo. Il risultato finale è un elefante con alcune caratteristiche simili a quelle del mammut, ma non un vero mammut.
Questa situazione richiama alla mente il rapporto tra umani e scimpanzé: nonostante condividiamo il 98,8% del DNA, le differenze sono significative. Ci si chiede quindi se sia corretto parlare di de-estinzione quando si interviene su una porzione limitata del genoma.
Per quanto riguarda il tilacino, noto anche come tigre della Tasmania, l’azienda Colossal Biosciences sta lavorando partendo dal dunnart, un piccolo marsupiale. La strategia prevede una modifica graduale del suo DNA. Nel caso del dodo, il punto di partenza è il piccione di Nicobar. La tecnologia CRISPR permette queste manipolazioni genetiche, ma il risultato finale non è l’animale originario, bensì un proxy genetico, un’interpretazione moderna ispirata al suo antenato.
Ci si interroga, quindi, sul vero obiettivo di questi esperimenti. Si cerca una replica genetica perfetta o si punta piuttosto alla reintroduzione di funzioni ecologiche? Un “quasi-mammut”, sebbene non identico all’originale, potrebbe comunque svolgere un ruolo nell’ecosistema della tundra.
Un aspetto cruciale di queste tecnologie è il loro potenziale nel salvare specie a rischio di estinzione. Non si tratta di riportare in vita animali estinti, ma di preservare e proteggere le specie che ancora esistono e che necessitano di aiuto per sopravvivere nel loro habitat naturale.