
Due team di astronomi hanno recentemente rivelato che Urano, uno dei pianeti più imponenti del sistema solare, presenta temperature significativamente più elevate di quanto precedentemente stimato. Questa scoperta contrasta con le misurazioni effettuate nel 1977 dalla missione Voyager 2, che aveva registrato una temperatura media di -200 °C per il pianeta. L’annuncio è stato fatto nel 2025, a seguito della pubblicazione dei risultati su arXiv, una piattaforma di pre-stampa scientifica.
I gruppi di ricerca hanno convenuto sull’idea che Urano continui a generare calore internamente, oltre a ricevere calore dal Sole. Questo fenomeno comporta un innalzamento della temperatura del pianeta gassoso, che recentemente ha rivelato anche il suo colore reale. Le nuove misurazioni hanno portato alla luce che Urano è più caldo di quanto registrato dalla sonda Voyager 2.
Nuove misurazioni e metodologie
Per giungere a queste conclusioni, i due team di scienziati hanno impiegato approcci differenti. Il primo gruppo, composto da ricercatori dell’Università di Oxford e guidato dal professor Patrick Irwin, ha fatto uso di dati raccolti tra il 2000 e il 2009. Queste osservazioni sono state ottenute tramite il telescopio spaziale Hubble, il Gemini North delle Hawaii e il NASA Infrared Telescope Facility. Grazie a tecnologie avanzate, questo team ha potuto analizzare il calore emesso da Urano con maggiore precisione.
Il secondo team, sotto la direzione di Xinyue Wang dell’Università di Houston, ha utilizzato dati storici risalenti alla seconda metà del XX secolo, integrando informazioni provenienti da diverse generazioni di telescopi. Questa metodologia ha permesso di ottenere un quadro più completo e accurato delle condizioni termiche del pianeta.
Le implicazioni delle nuove scoperte
Entrambi i gruppi di ricerca hanno concluso che la Voyager 2, una volta considerata la sonda più sofisticata mai costruita, ha misurato in modo errato le temperature di Urano. Questo errore è stato attribuito a un momento particolare della sua orbita, che ha portato gli astronomi della NASA a trarre conclusioni imprecise. I ricercatori sottolineano che Urano emette più calore nello spazio di quanto inizialmente riportato, suggerendo che una parte significativa della sua temperatura proviene da processi interni.
Queste scoperte offrono nuove prospettive non solo sulla composizione e il comportamento di Urano, ma anche sull’intero sistema solare. Comprendere meglio il calore interno di Urano potrebbe avere ripercussioni sulle teorie riguardanti la formazione e l’evoluzione dei pianeti gassosi. La ricerca continua a gettare luce su un pianeta che, nonostante la sua distanza e le sue dimensioni, rivela ancora molti dei suoi segreti.