Il fossile di Sifrhippus sandrae intraprende un viaggio spaziale senza precedenti.

Il Sifrhippus sandrae, considerato l’antenato più remoto dei cavalli moderni, ha intrapreso un viaggio affascinante che lo ha portato a oltre 56 milioni di anni nel passato. Questo piccolo equino ha fatto una sosta come fossile presso il Florida Museum of Natural History, prima di essere lanciato nello spazio, un’esperienza che pochi possono vantare.

La storia di questo cavallo primitivo risale al Paleocene-Eocene Thermal Maximum, un periodo caratterizzato da un significativo aumento delle temperature globali. Durante questa fase, molti animali, tra cui il Sifrhippus, hanno subito una riduzione delle dimensioni corporee per adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Da un peso iniziale di 5,4 kg, il Sifrhippus si è ridotto a soli 3,9 kg, trasformandosi in una versione in miniatura dei cavalli odierni.

Un viaggio nello spazio

Nel mese di agosto del 2024, il fossile del Sifrhippus è stato scelto dal curatore di paleontologia Jon Bloch e dal genetista Rob Ferl per essere trasportato nello spazio a bordo del razzo New Shepard, sviluppato dalla compagnia Blue Origin. Questo evento ha suscitato grande interesse, non solo per il valore scientifico, ma anche per il simbolismo legato al viaggio di un organismo così antico verso l’ignoto.

Il fossile non era solo in questa avventura spaziale. A far compagnia al Sifrhippus c’erano altri due reperti di notevole importanza. Il primo era la mascella del Teilhardina, considerato il più antico antenato conosciuto dei primati moderni. L’altro reperto era un fossile di Moon Snail, una lumaca preistorica risalente a circa 2,9 milioni di anni fa, nota per la sua lingua spinata, utilizzata per perforare le conchiglie delle sue prede.

Obiettivi della missione

Il volo del razzo New Shepard aveva come obiettivo principale lo studio degli effetti della microgravità sulle piante. Tuttavia, il trasporto dei fossili, pur non avendo un valore scientifico diretto, ha assunto un’importanza simbolica, rappresentando il legame tra il passato della vita sulla Terra e il futuro dell’esplorazione spaziale. Questo gesto ha evidenziato l’interesse crescente per la paleontologia e la necessità di preservare la nostra storia evolutiva, anche mentre ci avventuriamo oltre il nostro pianeta.

La missione ha dimostrato come la scienza possa unire discipline diverse, come la paleontologia e l’astrobiologia, in un contesto di innovazione e scoperta. Il viaggio del Sifrhippus sandrae e dei suoi compagni fossili rappresenta un passo significativo nella comprensione del nostro passato e delle possibilità future.

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Lorenzo Lorenzotti