
I continenti, pur apparendo statici, sono in realtà in costante movimento. L’Australia, in particolare, si sta spostando verso l’Asia a una velocità sorprendente di 7 centimetri all’anno, una misura che corrisponde alla crescita delle unghie umane. Anche se questa cifra può sembrare esigua, nel corso di milioni di anni, questo lento ma inesorabile spostamento avrà conseguenze geologiche ed ecologiche senza precedenti.
Questo fenomeno è parte integrante della tettonica a placche, una forza invisibile che da centinaia di milioni di anni modella la superficie del nostro pianeta. L’Australia si è distaccata dall’Antartide circa 80 milioni di anni fa e da allora si dirige verso nord. Gli scienziati avvertono che la placca indo-australiana è destinata a scontrarsi con l’Asia, un evento che porterà alla formazione di nuove catene montuose, a intensi terremoti e a cambiamenti climatici significativi che ridisegneranno la geografia della regione.
È importante sottolineare che questo evento avverrà tra milioni di anni.
L’Australia è rinomata per la sua biodiversità, ospitando specie iconiche come canguri, koala e ornitorinchi. La fusione con l’Asia potrebbe avere ripercussioni devastanti per questi ecosistemi: la competizione con le specie asiatiche potrebbe portare all’estinzione di alcune specie endemiche, mentre altre potrebbero adattarsi o evolversi in modi imprevedibili.
Attualmente, il movimento del continente ha già avuto effetti tangibili. Nel 2016, l’Australia ha dovuto adeguare i propri sistemi GPS di quasi 2 metri per garantire la precisione nella navigazione e nelle comunicazioni. Con l’avanzare della tecnologia e la diffusione di veicoli autonomi, è probabile che tali aggiornamenti diventino sempre più necessari.
Sebbene l’idea di una “collisione continentale” possa evocare scenari drammatici, si tratta di un processo naturale e graduale. È più opportuno focalizzarsi su minacce più immediate, come l’asteroide che potrebbe colpire la Terra nel 2032.