Gli edifici di Venezia: materiali e tecniche che svelano il loro segreto

Venezia si distingue non solo come una delle città più celebri d’Italia, ma anche come un simbolo iconico a livello globale. I suoi straordinari edifici, la suggestiva laguna e i tramonti mozzafiato creano scenari che restano impressi nella memoria di ogni visitatore. Tuttavia, sotto la superficie di questa bellezza si cela un segreto inquietante, custodito per secoli, che consente agli edifici di rimanere in piedi senza affondare nella laguna, anche dopo secoli dalla costruzione dei suoi storici quartieri.

La fondazione di venezia

La fondazione di Venezia risale, secondo la tradizione, al 25 marzo del 421 d.C.. In quel periodo, i primi abitanti della laguna adottarono una tecnica innovativa, utilizzando migliaia di pali infissi nel terreno tramite un metodo noto come costipamento. Questi pionieri trasformarono il fondale naturale della laguna in uno artificiale, impiantando in media circa 9 pali di legno per ogni metro quadrato di superficie.

I materiali utilizzati

I pali utilizzati erano principalmente realizzati in legno di quercia, abete e larice, materiali le cui caratteristiche fisiche erano già conosciute ai tempi dell’Impero Romano. Con una lunghezza di circa 3,5 metri, questi pali venivano infissi nel terreno con una tecnica che prevedeva il loro martellamento, un’azione che permetteva di rimuovere ogni bolla d’aria presente nei sedimenti sottostanti.

La creazione di un ambiente anossico

Questa pratica ha consentito ai primi abitanti di creare un ambiente anossico al di sotto della superficie, privo di vita e batteri. Tale condizione ha impedito la decomposizione del legno delle fondamenta per millenni, garantendo così la stabilità della città. Con il passare del tempo, i minerali disciolti nell’acqua hanno iniziato a penetrare nei pali di legno, indurendoli ulteriormente e incrementando la loro resistenza e longevità.

Le minacce future

Tuttavia, questo fenomeno non garantirà la sicurezza della città se i livelli del mare Adriatico dovessero aumentare a causa del discioglimento globale dei ghiacciai. Questa minaccia ha spinto, alcuni decenni fa, gli ingegneri italiani a sviluppare il sistema MOSE, un progetto concepito per mitigare gli impatti delle maree sulla laguna.

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Romina Lotito