
“Lunga vita ai gilet gialli! La lotta al mondialcapitalismo è partita”.
Il professore afferma di essere dalla parte dei gilet gialli, nei quali vede “un eroico esempio di rivolta dal basso, di contestazione integrale del fanatismo economico globale chiamato ora capitalismo, ora libero scambio, ora mercato”.
“Sia pure in assenza di una precisa progettualità e di una chiara coscienza dei propri obiettivi di lungo periodo,” ha scritto Fusaro in un editoriale per Il Primato Nazionale “i gilet gialli hanno capito chi è il vero nemico: il turbocapitalismo classista e sans frontières, che in Francia trova la propria dramatis persona nel signor Macron, il prodotto in vitro dell’élite bancocratica Rothschild”.
“Se l’Italia è il laboratorio istituzionale del populismo, la Francia lo è sul piano della rivolta e dell’arte del dire-di-no. È, forse, inscritto nella sua gloriosa storia, dalla Rivoluzione francese alla Comune di Parigi,” ha osservato il filosofo.
In un video pubblicato sulla propria pagina Facebook, Fusaro ha anche fatto notare che “finché a rivoltarsi sono le élite turbocapitalistiche non v’è alcun problema, anzi i padroni del discorso ci rassicurano a pie’ sospinto, la chiamano democrazia” ma “il guaio è tuttavia quando a rivoltarsi sono i dominati”.
“Le élite finanziarie stanno facendo la loro rivolta dal 1989 in poi”, ha spiegato, e la fanno “riprendendosi tutto, portando via tutto ai ceti medi e alle classi lavoratrici ovvero la massa dannata degli sconfitti della mondializzazione. Un pezzo dopo l’altro, mediante rapine finanziarie, truffe bancarie, guerra di classe utilizzando mezzi finanziari subdoli”. “Ma tutto questo va bene, perché dal punto di vista dei dominanti, il dominio deve essere garantito e deve essere sopratutto introiettato anche dai dominati di modo che subiscano la dominazione senza alcun ritorno di fiamma rossa oppositiva” ha aggiunto.