
Marte continua a esercitare un fascino irresistibile su chi sogna di abitare in un futuro tra le stelle. Questo pianeta, il più simile alla Terra nel nostro sistema solare, presenta però sfide enormi per la sua colonizzazione. Le temperature estremamente basse, un’atmosfera inospitale e le radiazioni pericolose costituiscono solo alcuni dei numerosi ostacoli da affrontare per rendere Marte una nuova casa per l’umanità .
Un alleato sorprendente
In questo contesto, un sorprendente alleato potrebbe rivelarsi fondamentale: il lichene. Recenti studi hanno rivelato che la specie Diploschistes muscorum, già conosciuta per la sua straordinaria resistenza, ha dimostrato la capacità di sopravvivere in condizioni simili a quelle presenti su Marte. I ricercatori hanno sottoposto questa specie a una simulazione ambientale estrema, caratterizzata da temperature variabili, un’atmosfera ricca di anidride carbonica, bassa pressione e radiazioni X.
Resistenza e metabolismo
Non solo il lichene ha resistito a queste condizioni avverse, ma il suo metabolismo è rimasto attivo, attivando meccanismi di difesa anche in presenza di radiazioni ionizzanti, una delle principali minacce per qualsiasi forma di vita sul Pianeta Rosso. La capacità di questo organismo di affrontare ambienti ostili lo rende un soggetto di grande interesse per le future esplorazioni spaziali.
Adattamento in ambienti estremi
I licheni, frutto di una simbiosi tra funghi e alghe o cianobatteri, si trovano in ambienti estremi, dai deserti caldi alle regioni polari ghiacciate. Durante i periodi di siccità , entrano in uno stato ametabolico noto come anidrobiosi, che consente loro di sopravvivere fino al ritorno dell’acqua. Questa abilità di “ibernarsi” e poi riprendersi li rende candidati ideali per le missioni spaziali future.
Scenari affascinanti per il futuro
Sebbene non sia ancora il momento di inviare licheni su Marte, le scoperte recenti aprono a scenari affascinanti per la colonizzazione del pianeta. Le domande sul futuro della vita umana nello spazio rimangono aperte, e il dibattito su come gli esseri umani possano affrontare le sfide dell’ibernazione continua a suscitare interesse. Le ricerche attuali potrebbero portare a sviluppi sorprendenti nei prossimi anni.