
Luis Zaman, biologo evoluzionista presso l’Università del Michigan, ha recentemente impiegato un innovativo software per avvalorare una delle teorie più intriganti riguardanti l’evoluzione delle specie, che alcuni studiosi hanno scherzosamente ribattezzato “teoria dell’evolutività dell’evoluzione”.
Secondo questa teoria, l’evoluzione stessa può subire cambiamenti in risposta a specifiche condizioni biologiche e ambientali, offrendo agli organismi opportunità di “upgrade” che non sarebbero concepibili attraverso la tradizionale evoluzione graduale delle specie, come formulata da Charles Darwin. Quest’ultimo, oltre ad essere noto per le sue teorie, è anche l’inventore di un noto oggetto.
Utilizzando il nuovo software, Zaman ha dimostrato che il processo evolutivo può migliorare nel tempo, a condizione che le trasformazioni ambientali non ostacolino la sopravvivenza delle specie e non avvengano a un ritmo tale da impedire al DNA di assimilare le informazioni utili in tempi brevi.
La creazione del modello evolutivo
Per mettere alla prova questa teoria, che alcuni esperti considerano una variante della teoria degli equilibri punteggiati elaborata da Stephen Jay Gould tra gli anni Settanta e Ottanta, Zaman ha sviluppato un modello evolutivo attraverso il suo computer. In questo modello, organismi virtuali coesistevano in un ambiente stabile, adottando due strategie ecologiche che si escludevano a vicenda.
In un caso, ad esempio, gli organismi avevano accesso a una particolare tipologia di frutta, ma sarebbero stati destinati a morire se avessero tentato di consumarne un’altra. In un altro scenario, gli organismi potevano evolversi nutrendosi esclusivamente di un tipo di bacca.
Adattamento alle sfide ambientali
I ricercatori hanno osservato che quando le condizioni di vita di questi organismi digitali venivano modificate rapidamente, essi mostrano una maggiore velocità nell’adattarsi alle nuove sfide ambientali, mutando più rapidamente nel corso del tempo.
“Sebbene utilizziamo un sistema di studio innaturale”, ha dichiarato Zaman ai giornalisti, “i nostri risultati offrono spunti su come e perché le popolazioni in natura possano evolversi in modo così inesorabile. Una volta che una popolazione acquisisce la capacità di evolversi rapidamente, sembra che tale abilità rimanga nel suo albero genealogico per lungo tempo”.
Fattori che influenzano l’evoluzione
Questo processo è alimentato da due fattori principali: il primo consiste in alti tassi di mutazioni che coinvolgono una specie nel breve periodo, mentre il secondo deriva dalla presenza di numerose mutazioni benefiche, che consentono a una specie di sopravvivere di fronte a crisi climatiche o ambientali.
L’approfondimento di Zaman e il suo team non solo pongono interrogativi sul passato evolutivo delle specie, ma offrono anche spunti di riflessione su come queste dinamiche possano influenzare le future traiettorie evolutive.