Allerta sanitaria: le flebo potrebbero veicolare microplastiche nel sangue

Questa settimana, un’importante ricerca ha suscitato un acceso dibattito nella comunità scientifica. Pubblicato sulla rivista Environment & Health, lo studio ha messo in discussione l’uso delle flebo nella somministrazione di farmaci in ambito ospedaliero, sollevando interrogativi riguardo alla presenza di microplastiche nelle soluzioni saline.

Le preoccupazioni sulle microplastiche

Gli autori della ricerca sostengono che le flebo potrebbero trasmettere involontariamente elevate quantità di microplastiche all’interno dell’organismo dei pazienti. Questa scoperta è preoccupante, considerando i potenziali effetti negativi delle microplastiche, le quali potrebbero causare disturbi ancora poco compresi dalla comunità medica. Le implicazioni di tali risultati sono significative, poiché si teme che queste particelle possano compromettere ulteriormente la salute dei pazienti.

Un tema già noto

Il tema non è nuovo. Già negli anni Settanta, un precedente studio avvertiva sui rischi legati alla presenza di particelle solide nelle flebo, sebbene a quel tempo non si facesse riferimento specifico alle microplastiche. Ciò suggerisce che la questione della contaminazione delle soluzioni saline non è stata affrontata con sufficiente attenzione nel corso degli anni.

I risultati allarmanti della ricerca

Per validare le loro ipotesi, i ricercatori hanno analizzato due marche di soluzione salina, cercando di quantificare le microplastiche rilasciate nel corpo umano. I risultati sono stati allarmanti. Entrambi i tipi di flebo hanno rilasciato circa 7.500 particelle di polipropilene – il materiale utilizzato per le sacche – nel flusso sanguigno dei pazienti, suscitando preoccupazione tra gli studiosi.

Riflessioni sull’uso delle flebo

Considerando che molti pazienti necessitano di più flebo al giorno prima di poter lasciare il letto d’ospedale, questa scoperta ha spinto medici e produttori di flebo a riflettere seriamente sull’uso di tali strumenti. Tuttavia, non si sta suggerendo di eliminare completamente le flebo, poiché dal punto di vista pratico, etico e produttivo, somministrare farmaci attraverso flebo rimane spesso la soluzione migliore rispetto all’assunzione di pillole o altre forme di trattamento. Risulta irrazionale non somministrare un farmaco salvavita o un antidolorifico a un paziente per paura di introdurre microplastiche nel suo corpo.

La necessità di un cambiamento

Le aziende produttrici sono ora chiamate a rivalutare i loro processi produttivi, con l’obiettivo di sviluppare sistemi in grado di ridurre il rilascio di microplastiche dalle flebo e limitare la loro diffusione nel flusso sanguigno. Questo cambiamento potrebbe rappresentare un passo significativo verso una maggiore sicurezza nella somministrazione di farmaci in ospedale.

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Lorenzo Lorenzotti